Blue, Bonnie e Momo

Oggi ti raccontiamo la storia di Katia e dei suoi coniglietti Blue, Bonnie e Momo. Buona lettura!

 

Piccoli Coniglietti, Grandi Storie

Benvenuto nella rubrica "Piccoli Coniglietti, Grandi Storie"!

In questa rubrica desideriamo condividere con te le storie di persone che hanno sviluppato un legame speciale con i conigli nani, questi adorabili e teneri animali che hanno tanto da offrire.

L'obiettivo di questa iniziativa è quello di sensibilizzare sull'importanza di prendersi cura dei conigli nani, mostrando come queste piccole creature possano arricchire le nostre vite e diventare membri insostituibili delle nostre famiglie.

Attraverso le storie che condivideremo speriamo di ispirare e incoraggiare un atteggiamento amorevole e responsabile nei confronti dei conigli nani e degli animali in generale.

Buona lettura!

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Blue, Bonnie e Momo

Ciao a tutti! Mi chiamo Katia, ho 47 anni e vivo con mia figlia Anastasia di 20 anni e con mia madre.

Le nostre vicissitudini familiari ci hanno fatto perdere fiducia nelle persone e ci siamo avvicinate sempre di più al mondo degli animali, passione che io e mia figlia condividiamo da sempre.

Soltanto nel settembre 2019 abbiamo potuto trasformare questa passione dalla teoria alla pratica, prendendo il nostro primo coniglietto, Blue.

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Lo vidi in un negozio di animali, in mezzo ad almeno una dozzina di coniglietti, ma lui mi colpì subito, perché a differenza degli altri, stava un po’ in disparte. Lo portammo a casa che aveva appena 2 mesi, un batuffolo di pelo impaurito.

In negozio non avevano neppure saputo dirci se fosse maschio o femmina, solo che era un ariete nano Blu di Vienna. Da qui la decisione di chiamarlo Blue.

Scoprimmo in seguito alla visita dalla veterinaria che si trattava di un maschietto.

Durante la pandemia ebbi la fortuna di poter passare molto tempo con lui ma col passare del tempo, nonostante la sua vivacità e le coccole ricambiate, lo vedevo a tratti apatico. Apprezzava il contatto umano, ma si percepiva che non gli bastava, che aveva bisogno di un suo simile.

In quell'anno trascorso dal suo arrivo a casa passai molto tempo a documentarmi sul come allevare al meglio un coniglio domestico e scoprii l’esistenza di molte associazioni che si occupano del recupero di conigli abbandonati e della loro successiva adozione. Decisi così di dare una compagna a Blue e adottai la piccola Momo.

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L’inserimento fu difficile, nonostante tutti gli accorgimenti del caso, come un recinto di protezione tra i due, non smettevano di litigare, tentando di mordersi tra le sbarre.

Momo era una testa di leone color champagne, più piccola fisicamente di Blue, ma di un mese più grande. Una vera meraviglia, mi innamorai di lei appena vidi l’annuncio con la richiesta di adozione. Dovetti attendere qualche mese prima di portarla a casa, ma finalmente era arrivata. Avevo i due conigli più dolci che conoscessi nella stessa stanza, ma che appena si trovavano a poca distanza si trasformavano in due iene…

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Col passare dei mesi Blue si fece più morbido nei confronti della sua coinquilina; Momo, invece, iniziava ad essere, dapprima, meno affettuosa, poi sempre più aggressiva, anche con gli umani… scoprii che era affetta da una grave patologia, purtroppo non diagnosticabile dalle visite di routine che le avevo fatto fare.

Stava male e lo manifestava caratterialmente; quando lo manifestò fisicamente era ormai troppo tardi… la persi solo 5 mesi dopo averla adottata, avrebbe compiuto 2 anni il mese successivo. Piango ancora per lei e non me ne vergogno. Ho il rammarico di aver avuto poco tempo per darle quella vita migliore che speravo per lei.

La sua perdita mi ha stimolata ancora di più a studiare questi animali, per capirne maggiormente i segnali ed evitare, per quanto possibile, che una tragedia del genere si possa ripetere.

Non sono stata l’unica a soffrire per la sua perdita: nonostante il legame fosse sempre apparentemente distaccato, Blue si era comunque affezionato a lei, tant'è che nei giorni immediatamente successivi andava a rintanarsi proprio nei posti preferiti di Momo.

Un po’ per lui e un po’ per colmare il vuoto che si era creato, accettai la richiesta di una conoscente, che aveva una coniglietta, Bonnie, a cui non riusciva più a star dietro.

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Era un ariete nano color miele, di 3 mesi più piccola di Blue.

Preparai nuovamente la stanza per l’inserimento, rimontando il recinto a cui avevo aggiunto una rete di protezione e preparandomi moralmente ad affrontare i successivi mesi di possibili lotte. Con mio stupore invece, già il giorno successivo, li trovai sdraiati uno accanto all’altro, separati solo dal recinto. Bonnie si infilava tra la rete di protezione e il recinto per potersi spingere oltre le sbarre col musetto… e Blue dall’altro lato che le leccava la testa, fin dove riusciva ad arrivare.

Tra loro c’è stata un’intesa immediata e non passa giorno senza che si coccolino a vicenda, anche se Bonnie è più propensa a ricevere le coccole di Blue, anziché darle.

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Nel frattempo, abbiamo cambiato casa, con un piccolo cortile recintato, dove possono uscire quando il tempo lo permette, oltre al piano terra, dove sono liberi di zampettare. Ho preferito mettere un cancelletto sulla scala, non avendo un muretto ma solo una ringhiera molto larga.

Sono diventata piuttosto apprensiva dopo la perdita di Momo. Li porto regolarmente alle visite di controllo ogni 6 mesi o al minimo segnale di malessere, preferisco fare un giro a vuoto dalla veterinaria.

Da qualche mese hanno dovuto affrontare insieme un nuovo inserimento, con due gatte che abbiamo adottato. Blue è stato un po’ più diffidente rispetto a Bonnie, ma sono bastate poche settimane per arrivare ad una pacifica convivenza tra tutti.

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In conclusione, posso dire che i conigli sono senza dubbio animali molto impegnativi, sicuramente non adatti a tutte le persone o a tutti gli stili di vita. Ma quell’impegno viene ripagato in pieno. I loro gesti, le loro manifestazioni d’affetto, anche se in maniera silenziosa, arrivano dritti al cuore.

Lavorando non passo molto tempo con loro, ma non restano quasi mai da soli, essendoci in casa anche mia madre e mia figlia.

E’ uno spettacolo vederli correrci incontro quando ci accovacciamo a terra per coccolarli o vederli saltellare verso le verdure all'ora della pappa o semplicemente vederli rilassati uno accanto all'altra sul tappeto in soggiorno, consapevoli di essere il Re e la Regina del nostro regno.

Katia

 

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